Negli ultimi anni, il concetto di lavoro si è separato definitivamente dalla scrivania aziendale.
I Digital Nomads, ovvero professionisti che lavorano in remoto spostandosi da una nazione all’altra, non sono più una nicchia esotica da blog patinato: sono un segmento concreto, in crescita verticale, che sta modificando anche le politiche migratorie dei Paesi che vogliono attrarli. Anche l’Italia, con tempi mediterranei, ma determinazione, ha detto la sua: dal 4 aprile 2024 è attivo il Digital Nomad Visa italiano. Ecco tutto ciò che c’è da sapere.
Cosa prevede il Digital Nomad Visa in Italia
Il Decreto interministeriale del 29 febbraio 2024, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 4 aprile, introduce ufficialmente in Italia il visto per lavoratori da remoto extra-UE.
Requisiti principali:
✅ Essere cittadino extra-UE.
✅ Lavorare in remoto, come dipendente o freelance, per aziende non italiane.
✅ Dimostrare esperienza professionale (almeno 6 mesi) nel settore digitale o tecnologico.
✅ Reddito minimo annuale: superiore a 28.000 euro.
✅ Disporre di assicurazione sanitaria e un alloggio in Italia.
✅ Nessun precedente penale.
Il visto ha validità fino a 1 anno, rinnovabile. La famiglia può seguirti con un “permesso per motivi familiari”.
I numeri: mercato globale e opportunità per l’Italia
Scenario globale
Secondo MBO Partners, nel 2024 i nomadi digitali negli USA sono 18,1 milioni, in crescita costante (+147% rispetto al 2019). Globalmente, secondo DemandSage, la stima raggiunge oltre 40 milioni di professionisti che vivono tra zaini, laptop e coworking.
Italia e trend in crescita
- L’Italia è tra i Paesi europei con crescita più rapida d’interesse per il Digital Nomad Visa.
- Secondo Thrillist dopo l’annuncio del decreto italiano, le ricerche per “Italy Digital Nomad Visa” sono aumentate del +3.025%.
- Le città più attrattive? Milano, Roma, Napoli, Palermo, Torino e Bologna, in base a infrastrutture digitali, costo della vita e offerta culturale.
Perché è un’opportunità (anche immobiliare)
- I Digital Nomads cercano affitti flessibili, ben arredati, con Wi-Fi ad alte prestazioni e ambienti adatti al lavoro.
- La presenza di un visto ufficiale in Italia sblocca un mercato potenziale per host, property manager e piattaforme immobiliari in grado di offrire soluzioni smart.
- Il valore medio che un Digital Nomad spende in soggiorni di medio-lungo termine (1–6 mesi)? Tra i 900 e i 1.800 € al mese, secondo Nomad List.
Le criticità (perché non è tutto perfetto)
- L’Italia è partita tardi rispetto ad altri Paesi come Spagna, Portogallo, Croazia o Estonia.
- La burocrazia è ancora… beh, all’italiana. I tempi di rilascio e i processi presso i consolati possono variare (parecchio).
- Mancano ancora linee guida operative chiare per alcune questure e uffici locali.
In sintesi? C’è lo strumento legale, ma serve che tutto l’ecosistema (dal proprietario all’host, fino alla questura) sia allineato con una visione digitale e internazionale.
StayInRoom e il nuovo profilo del viaggiatore-lavoratore
Se prima il turista cercava un letto, oggi il nomade cerca una postazione, una community e un supporto umano.
StayInRoom è nato per questo:
- Ambienti adatti, giovani e lavorabili.
- Coinquilini selezionati con un sistema di match intelligente.
- Contratti flessibili, perfetti per chi arriva da fuori senza busta paga ma con Partita IVA estera.
Perché chi lavora in smart non ha bisogno solo di un Wi-Fi potente, ma anche di una casa che capisca il suo ritmo e i suoi bisogni.
TL;DR – Digital Nomad Visa in Italia
- Il Digital Nomad Visa italiano è attivo dal 4 aprile 2024 per cittadini extra-UE.
- Requisiti: reddito minimo, lavoro da remoto, assicurazione, alloggio.
- Crescita enorme nel mercato dei lavoratori nomadi: +147% dal 2019.
- L’Italia ha un potenziale alto, ma servono procedure snelle e offerte abitative flessibili.
- StayInRoom si posiziona come interlocutore perfetto per accogliere questa nuova generazione di residenti temporanei.