Quando la convivenza diventa… resistenza
Giorgia è arrivata a Bologna carica: nuova città, università dei sogni, voglia di vivere l’esperienza piena da fuori sede.
Aveva trovato casa in fretta tramite un gruppo Facebook. Stanza singola, prezzo ok, “ambiente tranquillo”.
Peccato che tranquillo fosse un eufemismo.
La coinquilina si dilettava in karaoke notturni (senza microfono, ma con finestre aperte), cucinava pollo al curry alle 7 del mattino e usava il phon come arma sonica alle 2 di notte.
La cucina era un campo di battaglia, il bagno… lo frequentavano anche ospiti sconosciuti.
Giorgia ha resistito due mesi, poi ha mollato tutto e si è rifugiata da un’amica.
“Avrei voluto solo qualcuno che mi dicesse: guarda che quella casa non fa per te.”
Coinquilino disastro? Ecco cosa puoi fare senza perdere la testa o finire in tribunale
All’inizio era tutto bello: vi siete conosciuti con una stretta di mano, una birra e la promessa “teniamo la casa pulita, ok?”.
Poi sono passati 10 giorni e ora:
- Le stoviglie sembrano un’opera d’arte contemporanea
- Il volume della PlayStation è l’unico suono stabile in casa
- E tu stai valutando l’acquisto di tappi per le orecchie professionali o un avvocato
Respira. Non sei l’unico. Succede anche nelle migliori convivenze.
I 6 coinquilini tipo
- Il coinquilino-fantasma
 Compare solo quando è ora di mangiare o di lamentarsi: per tutto il resto, “non era in casa”
- Il coinquilino-festival
 Ama la musica. E la condivide. Sempre. Anche durante i tuoi esami
- L’accumulatore seriale
 Raccoglie piatti sporchi, sacchetti della spesa, barattoli di pesto mezzi pieni (scaduti da due settimane)
- Il chiacchierone notturno
 Videochiamate infinite alle 3 del mattino, risate comprese. Senza auricolari
- L’ospite fisso non dichiarato
 Il/la partner che ormai vive lì senza pagare, senza salutare, ma che svuota il frigo come un coinquilino vero
Prima regola: non perdere la calma
Se pensi “glielo dico e basta”… non basta.
Le convivenze funzionano quando ci sono regole chiare, comunicazione e confini sani.
Ecco cosa puoi (e dovresti) fare:
1. Parla, ma nel modo giusto
- NO a frecciatine passive-aggressive tipo “ah, il lavandino ha deciso di diventare un ecosistema”
- SÌ a frasi tipo:
 “Possiamo organizzarci per le pulizie? Così evitiamo malintesi”
- Proponi una riunione tra coinquilini, anche breve. Meglio parlarne una volta seria che covare rancore per settimane
2. Condividi regole chiare
Non serve un regolamento da caserma. Bastano 3–5 punti base su:
- Turni di pulizia
- Orari di quiete
- Ospiti
- Uso di spazi comuni
- Spese condivise
Puoi anche scrivere tutto in un messaggio di gruppo. Meglio se tutti lo approvano.
3. Se la convivenza non funziona, cerca soluzioni
A volte non si tratta di litigi, ma semplicemente di stili di vita incompatibili.
Non è colpa di nessuno, ma può diventare invivibile.
Se la situazione è ingestibile:
- Parla con il proprietario
- Cerca un cambio stanza (StayInRoom può aiutarti)
- Valuta una nuova sistemazione: meglio muoversi che accumulare stress
Il vantaggio del matching umano (il nostro mestiere)
In StayInRoom selezioniamo i coinquilini in base a compatibilità reali, non a chi prenota per primo.
Noi lo sappiamo che:
- Se uno studia medicina e l’altro fa dj set in salotto
- O se uno va a dormire alle 22 e l’altro fa colazione alle 2…
prima o poi salta tutto.
Per questo ti chiediamo chi sei, come vivi, quali abitudini hai e poi ti proponiamo le case giuste, con le persone giuste.
Sì, sembra fantascienza. Ma funziona.
Vuoi evitare il coinquilino tipo? Affidati al nostro matching.
TL;DR – COINQUILINO DISASTRO?
- Se non pulisce mai, parla.
- Se fa casino, metti regole chiare.
- Se la convivenza è tossica, cambia.
- StayInRoom = coinquilini compatibili, convivenze più sane.
 
								 
															 
								 
								 
								 
								