Laptop, caffè e una vista pazzesca: la vita da Digital Nomad sembra un sogno.
Ma come ci sono i sogni… ci sono anche gli incubi (tipo il Wi-Fi che va a intermittenza o il padrone di casa che ti chiede l’ultima busta paga del 2019). In questo articolo facciamo un po’ di chiarezza sullo stile di vita del nomade digitale in Italia, tra libertà, call e le vere sfide dell’abitare.
Chi è il Digital Nomad (spoiler: forse lo sei anche tu)
Il Digital Nomad è quello che lavora in remoto, ovunque ci sia una connessione decente e una sedia (meglio se ergonomica, ma si adatta anche a una sdraio vista mare).
Parliamo di:
- Freelance del web (developer, designer, copywriter, marketer…)
- Consulenti
- Startupper
- Remote worker con azienda all’estero
- Dipendenti di aziende che non impongono la presenza
Una tribù sempre più numerosa: parliamo di stime per il 2025 vicine ai 40 milioni di Digital Nomads nel mondo, e l’Italia è entrata ufficialmente tra le mete più amate, specie Milano, Roma, Napoli, Palermo, Torino e Bari.
La verità sul “ lavora da dove vuoi”
Ok, lavorare dal bar con la moka vintage è instagrammabile, ma il Digital Nomad sa che:
- Serve una connessione stabile (non il Wi-Fi del panificio sotto casa)
- Serve una zona tranquilla
- Serve un letto comodo, perché sì, anche i nomadi dormono (e pure tanto)
Le esigenze base?
- Wi-Fi ultra affidabile, possibilmente fibra o almeno 4G stabile
- Spazi in casa dove lavorare davvero (non il tavolino in bilico in cucina)
- Silenzio o almeno coinquilini civili che non facciano le dirette TikTok a mezzanotte
Contratti? Non pervenuti
Uno dei grandi problemi dei Digital Nomads in Italia è l’affitto. Anzi, ottenerlo.
Perché?
- Niente contratto a tempo indeterminato
- Fatturato fluttuante
- Nessuna busta paga tradizionale
E così, anche se guadagni più di un manager con la cravatta, l’agente immobiliare ti guarda come se stessi cercando di affittare in crypto.
Secondo uno studio di MBO Partners, il 2023 ha visto un boom del 38% dei lavoratori autonomi “nomadi”, eppure i sistemi tradizionali di locazione sono ancora poco flessibili. In Italia, solo una piccola fetta degli appartamenti è pensata per chi lavora da remoto e cambia città ogni 3-6 mesi.
Vivere bene, lavorare meglio
Un Digital Nomad non cerca solo un tetto: cerca uno spazio dove può vivere e lavorare con equilibrio. Un ambiente rilassato, giovane, dove condividere magari anche una cena tra coinquilini che parlano tre lingue diverse.
Il rischio, quando non si trova la casa giusta?
- Isolamento
- Produttività a picco
- Voglia di mollare tutto e tornare a casa di mamma (resistiiiii)
Serve un alloggio smart… come chi ci vive
Per chi vive di laptop e fusi orari, trovare una casa adatta è una priorità. E se possibile, senza dover firmare un contratto da 24 mesi con fideiussione, referenze e un rene a garanzia.
Ecco perché servizi come StayInRoom diventano la risposta giusta:
- Alloggi flessibili
- Coinquilini con lo stesso stile di vita (e magari anche lo stesso fuso orario)
- Ambienti pensati per il lavoro e la convivenza tranquilla
Niente call dal bagno perché il coinquilino ha monopolizzato la cucina: qui si vive e si lavora con armonia.
Trovare alloggi così da solo non è certo una passeggiata. La nostra forza è proprio questa, tu ci dici di cosa hai bisogno e dove, a trovarti alloggi e coinquilini adatti ci pensiamo Noi.
TL;DR – Vita da Digital Nomad, ma con la testa
- Sei un nomade digitale? Allora hai bisogno di Wi-Fi, tranquillità e coinquilini che non siano un reality show.
- Affittare in Italia può essere complicato senza i contratti classici.
- Serve un servizio umano, flessibile, che capisca il tuo stile di vita.
- StayInRoom? Fa proprio questo.